ANCONA «Non è il momento dei personalismi e degli spot televisivi». E a Matteo Ricci saranno fischiate le orecchie. «Non c’è un “se”: l’indicazione della direzione verrà rispettata, non è in discussione». E Maurizio Mangialardi avrà sentito traballare il suo scranno di capogruppo. Tranchant, la segretaria regionale del Pd Chantal Bomprezzi affonda lo stiletto.
Le bacchettate
Basta «fughe in avanti» come quella del sindaco di Pesaro che sfida ad un confronto tv il governatore Francesco Acquaroli, provando a ipotecare la sua candidatura a presidente della Regione nel 2025 (o 2026, a seconda di quale sarà l’indicazione del ministero dell’Interno). E nessuno pensi che l’affaire capogruppo in Consiglio regionale sia svanito come neve al sole: «C’è stato un voto unanime della direzione e serve un gesto di responsabilità per favorire l’unità nel partito. Non per umiliare qualcuno, ma per fare uno scatto in avanti. La partita non è affatto chiusa, ma ora siamo concentrati sulle importanti elezioni che abbiamo davanti, Europee e Amministrative, altrimenti verremmo giudicati come marziani». Le lancette sono solo posposte, insomma. Il guanto di sfida a Mangialardi e Ricci, Bomprezzi lo lancia dalla sede del Pd regionale ad Ancona, dove ieri ha illustrato un report dell'attività dem nelle Marche ad un anno (e tre mesi) dalle primarie che l'hanno portata alla guida della nuova segreteria. Un anno e poco più in cui il new deal del partito ha provato ad invertire il paradigma democrat, «partendo dall’ascolto, dall’umiltà e mettendo da parte i personalismi». Il coup de théâtre di Ricci che domenica, dalla sua sede elettorale dorica, ha provato a tirare in ballo il governatore con almeno un anno di anticipo, ha generato una serie di malumori all’interno del Pd, canalizzati nelle parole di Bomprezzi: «Comprendo il messaggio che ha voluto lanciare. Fanno bene i candidati a battersi nei confronti della destra».
Scenari futuri
Con i dovuti distinguo: «Però battiamoci tutti insieme perché ci sono tante esperienze, persone da valorizzare e lo dobbiamo fare nella nostra comunità del Pd, altrimenti rischieremmo di non essere compresi. È in campo il Pd, non una singola persona».
La road map
Il cronoprogramma è già definito: «Un minuto dopo le elezioni amministrative ed europee ci concentreremo sulla costruzione del programma e della coalizione per la Regione. Dalla nostra abbiamo 24 tavoli tematici che aggregano le migliori competenze». Il candidato può attendere: a buon intenditor, poche parole.